Non solo metri quadri
Le misure del vano destinato al box doccia – primo vincolo progettuale – dovrebbero essere valutate in relazione agli spazi complessivi: in un bagno piccolo, un box doccia sovradimensionato appare imponente e ruba fruibilità al resto dell’ambiente. Ma non è solo una questione di quantità. Accanto ai metri quadri disponibili è fondamentale considerare la qualità degli spazi, vale a dire l’ergonomia: disegnare il vano doccia pensando ai gesti e ai percorsi di chi lo userà ogni giorno. Per questo produttori come Arblu propongono le loro cabine doccia in versioni altamente configurabili, nell’assunto che spetta all’arredo adattarsi all’ambiente, non il contrario. Il nuovo box Kore è disponibile con ben sei configurazioni differenti, sia a nicchia, sia angolari. Con un assetto ad anta doppia asimmetrica, per esempio, si possono adattare l’ingresso in modo quasi sartoriale alle caratteristiche dell’ambiente e al percorso-tipo di chi lo utilizzerà.
La qualità si sente: anche in negozio
L’ergonomia è un plus che i clienti tendono a riconoscere al primo contatto. Nel salone di esposizione, gli acquirenti testano le aperture dei box, confrontano materiali, poggiano le dita su maniglie concepite diversamente. Già in questa sede, i prodotti ben realizzati offrono una percezione di qualità superiore: l’apertura verso l’esterno, per agevolare l’uscita quando si è bagnati e le superfici si fanno scivolose; una maniglia nata da uno specifico ergonomico; un sistema di cerniere a bilico con sollevabile, possibilmente invisibile perché completamente integrato nel telaio; le chiusure magnetiche, anch’esse allineate al profilo di alluminio, in grado di accompagnare la chiusura con un tocco fermo e silenzioso, anche quando la lastra, in vetro temperato di qualità, ha uno spessore notevole. Sono proprio dettagli come questi, concepiti sotto la direzione artistica di Alberto Collovati, che hanno fruttato al box doccia Kore il premio Archiproducts Design Awards 2019 per la categoria Bagno.